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29 Settembre 2015

Il futuro del mercato alimentare al Food Summit

Martedì 22 Settembre al Teatro Regio di Parma si è svolto un importante convegno che ha fatto il punto sulle tendenze del mercato alimentare.

Tra i relatori, i responsabili commerciali di primari operatori della distribuzione (Amazon, Naturasì, Whole Foods e Metro), il fondatore di Eataly Oscar Farinetti, il sociologo Enrico Finzi e il filosofo Umberto Galimberti. Il nostro amministratore Antonio Sareni ha partecipato all’incontro in qualità di Presidente di Lekkerland Italia. Ecco dai suoi appunti le principali tendenze:

  • aumenterà in modo considerevole la vendita online di prodotti alimentari: in Italia attualmente valgono nel complesso il 4% a valore contro un 11% di Francia e Germania e un 27% dell’Inghilterra. In Germania il leader dei Cash & Carry Metro ha creato il servizio pick & collect per i negozi clienti: ordina sul sito e ritira nel punto vendita;
  • l’ecommerce non sostituirà i negozi fisici, anzi, questi continueranno a svilupparsi a patto che sappiano dare un’esperienza qualificante e unica al cliente;
  • grande attenzione è necessario porre sui “millennials” la generazione degli anni novanta e duemila che ha beneficiato in pieno dello sviluppo di internet e delle nuove tecnologie di comunicazione. Questo target è molto attento a ciò che mangia, alle calorie, agli ingredienti (il 60% legge attentamente le etichette). Non sorprende quindi il successo di app come Edo che permettono, inquadrando il codice a barre dei prodotti, di sapere se ha ingredienti utili, non utili, allergenici;
  • il cibo assume sempre più un significato che va nella direzione della longevità: “se una volta mangiavamo per godere oggi mangiamo per durare”;
  • in forte crescita il trend del SENZA: senza glultine, senza zucchero, senza grassi,…noi ne avevamo già parlato a Luglio;
  • il Benessere diventa sempre più un progetto di vita da perseguire con l’alimentazione: tra i tanti dati che lo confermano vi è la crescita esponenziale del consumo senza glutine anche tra chi non è affetto da celiachia che effettua questa scelta in un’ottica salutistica;
  • si mangia meno ma si mangia meglio: questa è una delle cause del calo dei consumi che si è verificato negli ultimi anni;
  • il piacere di sperimentare: se da un lato sono sempre più numerose le persone che sperimentano ingredienti e piatti nuovi, dall’altro lato l’industria si sta impegnando ad offrire prodotti innovativi per gusto e accostamenti inusuali (birre aromatizzate, marmellate con spezie,…);
  • l’italianità è sempre più un valore riconosciuto all’estero: ci si attende che gli attuali 30 miliardi di esportazioni diventeranno 50 nei prossimi 5 anni. Sarà importante per i produttori e distributori educare al consumo del prodotto tipico valorizzandone con un’adeguata informazione l’origine, la storia ma anche le modalità di degustazione.



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